La maggior parte degli imprenditori, forse anche tu, ragionano di internet partendo da luoghi comuni e fraintendimenti di base. Questo è un bel problema perché internet è più importante che mai per la crescita delle aziende di tutte le età.
Non importa che l’azienda sia micro, piccola o media: ci sono imprenditori che sanno affrontare questa sfida con una visione strategica e altri che continuano a combattere con le armi spuntate. Nemmeno a dirlo, i primi sono contenti di allungare il passo sugli altri. Non è che siano più bravi, la differenza è che hanno continuato a concentrarsi sul loro lavoro di imprenditori, lasciando che fossero specialisti seri a occuparsi dello sviluppo della strategia web e a portare fatti concreti.
Con il mio lavoro, ho dovuto sentire di tutto anche chi raccontava con orgoglio di non rivolgersi a una agenzia qualificata e di comunicare con un ufficio interno di addetti al tuttofare. Il risultato?
Alto turnover, soprattutto dei più bravi, e richieste di consulenza con il solo scopo di carpire idee fresche che, con tutta probabilità, mancano da qualche altra parte.
Ma non me la sento di scaricare totalmente la responsabilità sull’imprenditore, sul tuttofare che si presta, o sul cugino smanettone. In Italia manca una alfabetizzazione digitale di base e, paradossalmente, la crisi ha svilito il ruolo del marketing in azienda. Invece di arruolare un esercito di comunicatori super in gamba, molti imprenditori hanno pensato di raggiungere risultati su internet riempiendo la giornata dei loro dipendenti con nuovi compiti. Senza la minima preparazione e saltando di palo in frasca c’è stata gente che si è ritrovata a frugare nei meandri del sito, ad amministrare una pagina fan, a postare contenuti online.
La verità è che per lavorare con il web serve un aggiornamento costante che soltanto i professionisti si possono permettere perché costa, richiede tempo e una pratica giornaliera.
Ho individuato 3 luoghi comuni diffusi tra gli imprenditori quando si tratta di fare il nuovo sito internet. Dal loro attaccamento a queste convinzioni derivano lamentele del tipo: sono andato fuori budget con il consulente precedente, ci è voluta una vita per vedere il sito online, non ricevo richieste da nuovi clienti.
Ammetto che sono fastidiosi per chi fa il mio lavoro, ma è anche vero che ogni settore ha i suoi, e per questo ne parlo. Così, se ti riconosci nel profilo, puoi deliberatamente decidere se fare da solo oppure se recuperare il gap con il tuo miglior competitor.
1. Il sito è una specie di commodity
Per commodity intendo una cosa che ha le stesse caratteristiche qualitative indipendentemente da chi la realizza. Questa convinzione è nata con le piattaforme, senza fare nomi e cognomi cito solo le iniziali P.G., che consentono di realizzare un sito in autonomia e in cinque minuti. Anche se è una scelta economica, non è di qualità per il semplice fatto che non sei padrone a casa tua. Sei a casa della piattaforma ed è come se tu avessi affittato una stanza. La stanza non è la tua, così come il sito non è il tuo. Non puoi dipingere le pareti come ti pare, invitare chi ti pare, allargarti quanto ti pare. E se si rompe una tubatura non chiami l’idraulico che arriva in cinque minuti, ma l’amministratore del condominio che riceve mille altre richieste come la tua. Senza dubbio, queste piattaforme hanno il loro perché, ma si rivolgono a una tipologia di utente ben definita. Un sito fatto così non dura a lungo perché un business minimamente sviluppato non ci sta dentro. Quando è il momento, bisogna cercare un’agenzia seria e investire risorse appropriate, niente di più e niente di meno. Per capire la serietà del consulente hai tre parametri: la qualità delle domande che ti fa, il numero di clienti soddisfatti, il tempo che dedica a cercare di capire le dinamiche del tuo business. Con le persone giuste devi stabilire obiettivi e raggiungere risultati senza sforare il budget. L’output sarà una soluzione su misura, più costosa rispetto alla stanza in affitto, ma che fa quello che deve e soprattutto tua fino all’ultimo byte.
2. Pago io e decido io
Questa cosa farà un po’ male, ma la devo dire. Per un imprenditore è una sorta di istinto naturale voler tenere tutto sotto controllo. Questo lo capisco perché lo sperimento anche io nella mia azienda. Però, quando chiedo l’intervento di consulenti tecnici ho imparato a non mettermi in mezzo mentre stanno lavorando per me. Io continuo a prendermi cura dei clienti, mentre loro mi risolvono i problemi per i quali sono stati chiamati e vengono pagati. Quello che voglio dire è: caro imprenditore, continua a fare il tuo lavoro e a sviluppare il tuo business e lascia che sia l’agenzia a risolvere i tuoi problemi di branding e posizionamento sul web. Sostituirsi, o voler fare di testa propria, è controproducente perché per quanto sei bravo, hai successo e hai tirato su un’azienda dal nulla, tu fai un altro lavoro. Non fai il comunicatore, il web designer, lo specialista di web marketing. E allora lascia fare alle persone che lo fanno di mestiere e poi giudica il lavoro sui risultati che ti portano e sui problemi che ti risolvono. Non è questo quello che dici anche tu ai tuoi clienti? Piuttosto che perdere tempo e stare lì a dare direttive su aspetti che hanno un contenuto tecnico complesso, cerca una web agency che sia sulla tua stessa lunghezza d’onda e all’altezza del compito. Quando l’hai trovata, stabilite gli obiettivi del progetto web e con una strategia professionale i visitatori cominceranno diventare clienti paganti. Lo stesso principio vale per i tuoi collaboratori. Non perché uno sa andare su internet a vedere le cose che gli interessano deve avere un ruolo operativo. Meglio coinvolgere i tuoi collaboratori per focalizzarti sui problemi che il progetto web deve risolvere, sugli obiettivi che desideri raggiungere, sui punti forti e distintivi della tua offerta.
3. Fare un sito web è una cosa semplice semplice
Mi arrivano nuovi clienti che vogliono un sito in quattro giorni perché tanto è una cosa semplice: 10 pagine, un form per la registrazione, pagamento online, blog e altre amenità 3.0. Ci sono siti che ti conquistano per quanto è facile e piacevole usarli. La semplicità richiede una pianificazione accorta, una architettura su misura, tempo, competenze e codice da scrivere. C’è un famoso aforisma che dice:
Ti scrivo una lettera lunga perché non ho il tempo di scrivertene una breve.
In questa frase c’è una grande verità: fare le cose semplici è più difficile che farle arzigogolate.
Se ci pensi bene, è lo stesso principio less is more tanto celebrato.
Alcune richieste che sembrano banali possono richiedere un lavoro complicato e giorni di programmazione.
Non ti sto dicendo che devi rinunciare alle tue intuizioni, ma che devi affidarle alle cure di un professionista per farle germogliare. Lavorare su internet, non è una cosa che si fa una volta e sei a posto. Una volta che il tuo sito è lanciato, ha bisogno di cura per essere visibile, aggiornato, per essere utile al raggiungimento degli obiettivi di business. Se non entri in questa logica, ti tieni un sito vetrina e resti a guardare i clienti che passano accanto senza nemmeno accorgersi che esisti.
Di cosa sto parlando? Di aggiornamenti software, di contenuti scritti per il posizionamento seo, di web marketing integrato. Queste attività non possono essere seguite dallo stagista, da chi fa marketing tradizionale o dal fornitore di computer che per arrotondare ti vende l’hosting, il voip e il sito internet.
L’anno scorso ho trattato con un imprenditore orgoglioso del suo e-commerce realizzato dal tecnico dei pc con un linguaggio che andava di moda nel 2006. Orgoglioso perché aveva un e-commerce e lo aveva pagato poco. Figuriamoci se paghi un e-commerce che ti dà 5 clienti in croce e che quasi non va a pari con il costo del server. Ma ha senso lavorare così?
Io credo di no, per questo ho scritto il post che hai appena letto e continuo a fare con passione il mio lavoro.