Una piccola guida per la scelta del colore nel tuo logo

Tutti noi scegliamo in continuazione dei colori.
Il colore è vita ed è tutto intorno a noi: le pareti del soggiorno, l’auto nuova, un vestito o, perché no, il colore da utilizzare nel logo aziendale!
Ed è proprio questo il tema che vogliamo affrontare in questo post: come scegliere il colore per il nostro logo?

Sui gusti non si discute … fino a un certo punto

Il colore più idoneo a presentare la nostra attività o la nostra associazione è a prima vista una scelta soggettiva e siamo istintivamente portati a tenere conto dei nostri gusti personali.
Però, se per un attimo riusciamo a distaccarci dal concetto del “mio colore preferito” e analizziamo obiettivamente tutte le implicazioni della scelta di un colore, otteniamo un risultato più ponderato e appropriato alle necessità della nostra azienda o attività.

Coerenza con il contesto di riferimento

Una prima considerazione da fare è la scelta di un colore coerente con l’attività svolta. Ogni ambito professionale ha dei colori con cui viene più facilmente associato.
Scopriamo quali sono i codici cromatici rappresentativi del nostro settore e della nostra industria e sapremo sia quali sono i colori che ci possono descrivere meglio, sia quali sono i colori meno indicati; si è mai visto un logo di prodotti per bambini di colore grigio?

Insomma, stabiliamo qual è il nostro intento e cosa vogliamo comunicare attraverso i colori ai nostri clienti.

Vogliamo comunicare calore, passione, forza?
Ovvio che il rosso è il più indicato.
Allo stesso tempo ce ne possiamo servire per indicare pericolo, passione, amore, calore e aggressività. Non a caso i soldati della Roma antica andavano in battaglia con drappi di colore rosso porpora e le uniformi militari di molti paesi sono state di colore rosso.

Vogliamo rassicurare e ispirare solidità e autorevolezza?
Utilizzeremo il blu o il grigio.
Secondo alcune ricerche, il blu, con le sue declinazioni, è il colore preferito dalla metà degli europei. Su questo colore ha scritto un libro appassionante lo storico francese Michel Pastoureau intitolato “Blu. Storia di un colore”, un vero e proprio page-turner che non si riesce a posare.

Vogliamo comunicare tecnologia, modernità e design?
Il grigio o l’argento in questi settori fanno la parte del leone.

Un’interessante infografica mette in relazione famosi brand internazionali con associazioni di idee, emozioni e sentimenti suscitati dall’utilizzo dei colori nel logo.

Possiamo aggiungere qualcosa?
Certamente, ovvero che le emozioni associate ai sentimenti cambiano nelle diverse culture anche in maniera radicale. Ecco qualche esempio:
In Oriente il rosso è usato per gli abiti da sposa, il giallo è il colore del benessere, il verde è il colore dell’inganno mentre il bianco si addice alla tristezza; come dice lo scrittore giapponese Haruki Murakami “Si fa presto a dire bianco, c’è quello raffinato e quello dozzinale, ogni sfumatura ha un suo carattere proprio.”

Riconoscibilità rispetto ai concorrenti

Anche se è bene conoscere il contesto di riferimento, la logica dell’uniformità non deve essere l’unica linea guida nella scelta del colore da applicare al logo. Un secondo aspetto fondamentale per la costruzione di un logo di successo è la riconoscibilità, ovvero l’insieme di quei tratti distintivi che ci rendono diversi dai concorrenti agli occhi di clienti e consumatori.
Che ne dici di una banca centrale che comunica con questi colori e per di più con un inglese comprensibile e accurato allo stesso tempo?

Come ha fatto la Bank of England, il fattore riconoscibilità ci spinge verso la ricerca di combinazioni di colori originali, se non addirittura contrastanti, utili a farci risaltare rispetto a tutti gli altri.
La riconoscibilità non è solo un fatto di colore, anche di segno grafico.
Per esempio se parliamo di ristorazione, quando vediamo due archetti gialli, difficilmente li confondiamo con altro.
Oppure una scritta stilizzata verde acido su fondo nero ci fa subito pensare ad un energy drink.

A volte le parole non bastano.
E allora servono i colori.
E le forme.
E le note.
E le emozioni.

Alessandro Baricco

Utilizzo del logo su diversi supporti

Una riflessione va fatta anche sul “dove” andiamo ad applicare il nostro logo.

Su un fondo bianco-carta?
Sopra una fotografia?
Su un packaging?
Direttamente sul prodotto?

Nella progettazione dell’insieme grafica-colore che compone il logo dobbiamo creare aree di rispetto e protezione e darci delle regole di applicazione da riassumere nella cosiddetta guida normativa.
La guida serve a stabilire, a monte, utilissimi modelli che evitano improvvisazioni ed interpretazioni personali da parte di chi si trova ad utilizzare il logo.

Occhio alla stampa

Ok, fin qui abbiamo deciso il colore o i colori che ci dovranno rappresentare e anche stabilito come il logo deve interagire con il supporto dove sarà applicato. Ma siamo sicuri che riusciremo a riprodurlo in modo coerente ogni volta che dovremo firmare un supporto con il nostro logo?
Qui entra in gioco un’analisi dei mezzi e dei metodi di stampa delle nostre grafiche: dal classico set di cancelleria agli automezzi, dai gadget ai cataloghi, fino alla brandizzazione di packaging e prodotti. Le tecniche di stampa sono molteplici e ognuna ha delle peculiarità e dei limiti oggettivi di cui è indispensabile tenere conto per un risultato ottimale.
Anche se le tecnologie si evolvono velocemente e migliorano di anno in anno, ci sono alcuni vincoli che non possiamo aggirare: per griffare direttamente un prodotto si utilizzano transfer a caldo, serigrafia, incisioni al laser o adesivi.
Ognuna di queste tecniche ha dei limiti quindi, al pari delle grafiche, anche i colori aziendali devono essere calibrati in base alla tecnica di stampa utilizzata.

Per riepilogare

Bene, abbiamo visto che la scelta del colore del logo non è una cosa da poco perché:

  • i colori hanno un significato sociale che varia nelle diverse culture
  • i colori sono anche un fatto di riconoscibilità rispetto ai concorrenti
  • ci sono vincoli tecnici di applicazione del logo e di stampa che hanno un impatto sul risultato finale: quello che vediamo a monitor non conta!

Detto tutto questo, ci raccomandiamo sempre di far presente allo studio grafico e al progettista… qual è il tuo colore preferito! 

Info Filippo Mincigrucci

Socio Le Formiche si occupa di grafica, immagine coordinata e stampa. Ama i libri, soprattutto quelli da impaginare, i cataloghi aziendali, in particolare della Ducati, è un ultrà della Nikon.
Stravede per i gatti, la montagna e la sua famiglia... non necessariamente in quest'ordine :-))

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